LA STORIA

L’attuale Teatro Ennio Flaiano nasce ai primi del Novecento allorchè il Comm. Tommaso Travostini, prozio degli attuali   proprietari, fece edificare su un terreno di sua proprietà sito in Via S. Stefano del Cacco una nuova costruzione adibita a teatro in sostituzione di un capannone affittato alla nota ditta farmaceutica Evaristo Garroni , capannone che a sua volta era sorto sullo spazio che in origine serviva per il rimessaggio delle carrozze con cavalli della famiglia. In particolare il Comm. Travostini, una volta terminati i lavori di costruzione del “teatrino” come lo chiamava lui, volle fortemente locarlo al Comm. Gioacchino Flammini nella sua qualità di presidente del Circolo Savoia. L’inaugurazione del Teatro, a cui fu data la denominazione di “Teatro dei Fanciulli” avvenne nel 1923 con la messa in scena della “Ninna nanna della Bambola”, favola in due quadri per canto e pianoforte. La gestione del Teatro dei Fanciulli da parte del Circolo Savoia si protrasse fino al 1930 e furono rappresentate alcune favole quali “Cenerentola” “Il gatto con gli stivali” “Cappuccetto Rosso” “La principessa pastorella” le cui realizzazioni furono curate dalla Sig.ra Mercedes Serra con la recitazione di Lylli Granato, Silvia Martinelli, Myriam Petacci e le giovanissime Marisa Merlini ed Antonella Steni. Negli anni prima della Guerra nelle sale del Teatro dei Fanciulli furono allestite le commedie interpretate da Sergio Tofano, Emma Grammatica, Wanda Capodaglio nonchè gli spettacoli leggeri con le regie di Anton Giulio Bragaglia, Camillo Mastrocinque, e Mario Mattoli. In seguito agli eventi bellici il Teatro fu affittato all’Ufficio Cambi ma non appena terminò la Guerra riprese la sua naturale destinazione. Su incarico della Sig.ra Luigia De Angelis, vedova Scarlata, nonna degli attuali proprietari, il Cav. Plinio De Martiis procedette alla prima ristrutturazione del Teatro che in quell’occasione assunse la denominazione di Teatro Arlecchino. Plinio De Martiis  fondò insieme a Franca Valeri, Carlo Mazzarella e Vittorio Caprioli il Gruppo del Teatro Arlecchino” da cui si allontanò nel 1954 per aprire insieme alla moglie Antonietta Pirandello la galleria d’arte “La Tartaruga”. Al Teatro Arlecchino era tutto un fiorire di iniziative, dibattiti, a volte anche accesi; era di fatto un punto di riferimento intellettuale ed artistico e capitava spesso di vedere nei sotterranei del teatro cenare e conversare Ennio Flaiano, Federico Fellini, Renato Guttuso, Luciano Lucignani, Aldo Palazzeschi, Mario Soldati, Luchino Visconti. Sulle tavole dell’Arlecchino si alternavano attori ed attrici dello spessore di Anna Magnani, Valentina Cortese, Alberto Bonucci, Vittorio Caprioli, Franca Valeri, Luciano Salce, Lina Wertmuller. Nel 1946 viene allestito al Teatro Arlecchino il primo testo teatrale di Ennio Flaiano “La guerra spiegata ai poveri” con Plinio De Martiis, Nini Pirandello, Carlo Mazzarella, ed il giovane Vittorio Gassman nel ruolo dell’usciere. Successivamente nel 1957 Ennio Flaiano allestì all’Arlecchino anche la prima del suo lavoro “La donna nell’armadio”. Sempre negli anni 50  vanno in scena all’Arlecchino gli spettacoli dei Gobbi (Franca Valeri, Vittorio Caprioli, Alberto Bonucci poi sostituito da Luciano Salce), “Sei storie da ridere “ (1956)  con la Compagnia Bonucci Tedeschi Valori Vitti che vede il debutto della giovane Maria Luisa Ceciarelli che su consiglio del suo insegnante Sergio Tofano devenne in arte Monica Vitti.

Nel 1957 debutta con grande successo all’Arlecchino “Tutto il mondo ride” , quattro atti unici con Valeria Moriconi ( altro importante debutto che segnerà le vicende del nostro Teatro negli anni a venire), Carlo Hinterman, Gianni Agus, Gianni Bonagura, Giusi Raspani Dandolo. Uno dei quattro atti unici (“Non andare in giro tutta nuda”) tratto da una pièce di George Feydau vide per la prima volta sulla scena una provocante Franca Rame in camicia da notte trasparente; la grande attrice milanese insieme al marito Dario Fo’ negli anni 60 ritornerà all’Arlecchino con grande riconoscimento di pubblico e critica. Sempre nel 1957 segnaliamo un altro grande successo dell’epoca:  ” Ti saluto mascherina” di Marcello Marchesi e Vittorio Metz con Alberto Bonucci, Gianrico Tedeschi, Bice Valori e Francesco Mule’. Arriviamo così alla fine degli anni 50 quando ad interessarsi dell’Arlecchino fu Aldo Fabrizi che nel teatro aveva girato alcune scene del film “Una di quelle” con Toto’. Fabrizi si innamorò di quel luogo, chiese ed ottenne un contratto di locazione e provvide ad una seconda importante ristrutturazione dell’immobile. L’Arlecchino vide un nuovo periodo di splendore artistico. Il cabaret di Carletto Sposito, Toni Ucci ed Enzo Garinei ( che riceverà la notizia di essere diventato padre per la prima volta mentre è in scena) riscuote un grande successo dal 1960 al 1963. Nel 1963 Giancarlo Cobelli ,ideatore ,regista ed interprete de “ Il can can degli italiani”, cercando un attore versatile individua lo stesso nel giovane Gigi Proietti (detto Gigiaccio perchè soprannominato cosi da Federico Fellini ); pochi giorni prima di Natale Proietti esordisce all’Arlecchino mettendo in musica e recitando alcuni aforismi di Flaiano . Sempre nel 1963 Carmelo Bene realizza all’Arlecchino EDOARDO II di Marlowe tornando poi sulle stesse tavole del palcoscenico di Via S. Stefano del Cacco nel 1965 allestendo ed interpretando Amleto o le conseguenze della pietà filiale da e di Shakespear a Jules Laforgue. Siamo alla fine degli anni 60; Fabrizi lascia il Teatro Arlecchino all’Ente Teatro di Roma che procede ad una nuova ristrutturazione lasciando però inalterata la struttura originaria. Ciò che più conta è invece il cambio di denominazione. Franco Enriquez, direttore artistico dell’Ente, chiede ed ottiene con entusiasmo della proprietà, di intitolare il Teatro ad Ennio Flaiano. Il Teatro di Roma gestirà lo spazio fino al 1992: impossibile elencare tutti gli attori, i registi che si alternarono in quel periodo sulle tavole del Flaiano. Ne nominiamo alcuni chiedendo scusa sin d’ora per le nostre involontarie dimenticanze dovute alla giovane età di chi ha redatto queste note : Giorgio Albertazzi ,Anna Proclemer, Dario Fo’, Franca Rame, Maurizio Costanzo, Paolo Poli, Lucia Poli, Mario Maranzana, Mario Scaccia, Luigi Vannucchi, Giancarlo Sbragia, Giusy Raspani Dandolo, Laura Betti e come un presagio degli anni futuri Valeria Moriconi. Nel 1992 nella gestione de Teatro Flaiano subentra la Soc. Teatro e Società di Pietro Mezzasoma con la direzione artistica appunto di Valeria Moriconi che a questo spazio era legata da teneri ricordi avendo esordito giovanissima sulle tavole dell’allora Arlecchino ed avendovi recitato anche già attrice affermata. Indelebile l’affinità con Franco Enriquez che del Teatro Flaiano era stato guida impareggiabile negli anni del Teatro di Roma. Anche per questo periodo vogliamo ricordare alcuni grandi attori ed attrici: Piera degli Esposti, Nando Gazzolo, Paolo Ferrari, Lucia Valeri, Maurizio Micheli, Paola Quattrini, Michele Placido, Margaret Mazzantini, Luca Barbareschi, Massimo Dapporto, Marisa Laurito, Glauco Mauri, Paola Borboni, Paola Gassman, Ugo Pagliai, Milva, Luigi Pistilli, Pamela Villoresi, Roberto Herlitzka, Leopoldo Mastelloni. Vogliamo in ultimo ricordare con piacere e riconoscenza tre spettacoli, andati in scena al Flaiano Il primo è “Rumori fuori scena” della Compagnia Attori e Tecnici di Attilio Corsini che fu rappresentato per la prima volta nel 1983 al Flaiano. Venti anni di successi con repliche da tutto esaurito presso tanti teatri d’Italia, è ancora oggi considerato un cult per la sua inarrivabile originalità e comicità. Il secondo spettacolo che vogliamo ricordare è la splendida ed irripetibile esibizione di Umberto Bindi e Bruno Martino. Un trionfo incredibile che il pubblico determinò ai due artisti riconoscendone le qualità di eleganti e personalissimi interpreti; un trionfo tardivo che solo in parte minima ripagò Umberto Bindi delle amarezze che caratterizzarono la sua vita. Il terzo spettacolo è il concerto di Franco Califano tenutosi a marzo del 1992; un insolito recital in tre tempi in cui il grande artista cantò canzoni dialettali, recitò monologhi storici e concluse cantando i suoi successi classici esprimendo così tutta la sua peculiare personalità. Dal 2021 la gestione del Teatro (dopo la drammatica esperienza Covid) è stata assunta direttamente dalla proprietà che spera, terminato questo periodo così difficile per le sale teatrali, di riprendere un cammino degno del grande passato che il Flaiano testimonia con la sua presenza ormai quasi centenaria .